Come si nuota nel PANDA LAB?
Per certi versi in modo non convenzionale alle direttive canoniche del nuoto.
Ma noi, facciamo triathlon, non nuoto e basta.
Innanzitutto la respirazione: durante tutte le fasi “easy” e quando non specificato diversamente, si nuota sempre respirando 2-2-3, ovvero due respirazioni dallo stesso lato (ogni due bracciate) , poi si passa al lato opposto (tre bracciate) e si fanno due respirazioni da quel lato e di nuovo cambio…
Nelle fasi di nuoto intense “over” invece preferiamo respirare sempre ogni due bracciate.
La “sensibilità” in acqua, a meno che non nuotiate i 100 sotto i 50”, non si ha.
Per questo dobbiamo puntare sulla forza.
Per questo vi ammazzo di pull e palette.
C’è una scuola di pensiero in cui si consiglia l’utilizzo delle palette solamente quando si ha una tecnica perfetta. Non è la mia scuola. Il miglior adattamento muscolare si ha sviluppando la forza e quindi allenandola con le palette. Della tecnica e della bellezza estetica del gesto
Il famoso gomito alto nel recupero, non me ne può fregare di meno, anzi….
Non ho nulla contro il gomito alto, ma il problema è questo: se non avete un’ottima tecnica, piegando il gomito rischiate di entrare in acqua troppo presto e quindi di “caricare” poca acqua. A questo punto per chi non è sicuro di estendere bene il braccio per la presa, meglio una fase di recupero con un braccio teso (anche un solo braccio, nel caso di errore nel movimento di un solo braccio)
Ed in acqua come entra la mano?
Anche qui usiamo un’entrata diversa da quella che si insegna abitualmente (mano a coppa ed il medio primo dito ad entrare).
Con lo “STRONG SWIM” si entra con la mano intraruotata, palmo rivolto all’esterno e dunque con il pollice.
Entrando con il modo convenzionale rischiate (sempre se non avete tecnica perfetta ed adattamento muscolare completo) di piegare il braccio durante la trazione subacquea. Entrano invece con il pollice e cominciando la trazione leggermente verso l’esterno non avrete modo di sbagliarvi e caricherete bene più acqua.
Come deve essere il pull e come devono essere le palette?
Il pull più grande lo trovate meglio è, su questo aspetto mi interessa di riprodurre la sensazione di galleggiamento ed imparare ad utilizzare il meno possibile le gambe.
Le palette. Ecco, se qui siete alle prime armi (e quindi con poco adattamento muscolare) allora usate delle palette giusto un po’ più grandi della mano.
Se siete già pronti muscolarmente utilizzeremo palette molto grandi per i lavori aerobici “easy”, mentre quelle tradizionali (poco più grandi della mano) per i lavori intensi.
Il senso è di mantenere la stessa frequenza di bracciata che utilizzate senza palette, anche con i lavori con le palette, non rallentando il gesto.
Come detto sopra, la “tecnica tradizionale” non mi interessa.
Non mi interessa il gomito alto nella fase di recupero, non mi interessa lo SWOLF (se sapete cos’è scordatevelo, se non lo sapete meglio così).
In acque aperte la famosa concezione del ricercare il minor numero di bracciate non è la scelta ottimale. La superficie dell’acqua non regolare, i cambi di direzione e gli scontri con altri nuotatori rendono più efficace una bracciata basata più sulla frequenza.
Immaginate di essere un surfista quando va al largo sdraiato sulla tavola e fate attenzione principalmente a tre cose.
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Le mani non entrano MAI davanti la testa ma parallele alle spalle ed escono quando hanno completato la spinta (quindi DOPO il culo!)
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Le braccia non vanno MAI sotto al corpo!
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Il corpo durante il movimento resta dritto e avanza verticalmente , NON si piega ad ogni bracciata avanzando come un serpente
Nel Panda Lab facciamo solitamente questi esercizi:
Questi esercizi:
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